Pagelle Giro dei Paesi Baschi 2017: Valverde non ne sbaglia una, Roglic sempre più grande, gli Astana soffrono ancora

Alejandro Valverde (Movistar), 10: Terza vittoria finale in altrettante corse a tappe per il murciano, autore di un inizio di stagione straordinario. Mai sazio, l’Embatido sin dal primo giorno ha provato ad attaccare, cercando di fare la corsa anche in frazioni sulla carta non ideali. Pur potendo aspettare la volata, nella tappa regina è lui a provare a fare la differenza, riuscendo poi nella crono a battere tutti i rivali diretti. Il grande favorito per le Ardenne non può non essere lui.

Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo), 9: Due vittorie parziali e il quinto posto finale confermano come l’ex saltatore sugli sci sia ormai una affermata realtà del ciclismo internazionale, capace di conquistare successi importanti anche ad alti livelli. Corridore completo, la squadra gli dà grande fiducia e la ripaga molto bene. In alta montagna soffre ancora un po’, soprattutto i cambi di ritmo, ma ha modo di crescere.

Alberto Contador (Trek-Segafredo), 8: Al termine di una settimana piena di imprevisti, ancora un secondo posto per il madrileno. Malgrado cadute, forature e problemi meccanici, il pistolero riesce sempre a limitare i danni, spendendo comunque tante energie che chiaramente poi non ha nei momenti decisivi. Malgrado tutte le difficoltà, solo Valverde fa meglio di lui. Un ottimo secondo posto.

Ion Izagirre (Bahrain-Merida), 7,5: Corre con intelligenza, consapevole dei propri mezzi. In salita si difende abbastanza bene, cercando poi di fare la differenza nella crono finale. Approdato nella squadra emiratina soprattutto per fare risultato in questo tipo di corse, il basco non delude, ottenendo un ottimo piazzamento nella corsa di casa, a pochi secondi dai grandi rivali.

David De La Cruz (Quick-Step Floors), 7,5: Ottima prova del giovane spagnolo, che conferma una grande crescita. In salita, a cronometro, ma anche mentalmente. Vincitore di tappa con un bel colpo di mano, indossa per due giorni la maglia di leader, prima di cedere nella tappa regina. Nella crono ottima prova, per un bel quarto posto finale che ribadisce tutto il suo talento.

Michael Matthews (Team Sunweb), 7,5: L’australiano si presenta in grande forma in vista delle Ardenne. Vincitore della prima tappa, anche in salita cerca di difendersi con determinazione finché è leader, dimostrando un buon colpo di pedale, che conferma poi con una ottima crono conclusiva. Soprattutto alla Amstel non sarà facile disfarsi di lui.

Michael Albasini (Orica-Scott), 7: Ancora una volta, l’esperto corridore elvetico trova il modo di lasciare il segno, confermandosi un corridore coriaceo e imprevedibile, capace di vincere in ogni modo. Raramente è tra i favoriti, ma è sempre un corridore da tenere sotto controllo.

Louis Meintjes (UAE Team Emirates), 6,5: Il percorso non era ideale per lui considerato che serviva soprattutto esplosività su salite non lunghissime e la crono finale non è certo il suo terreno di predilezione, ma il buon piazzamento finale è un ottimo segnale. In vista delle Ardenne, con la Liegi che rappresenta il suo grande obiettivo in questa prima parte di stagione, ma anche di una accresciuta maturità complessiva.

Patrick Konrad (Bora-hansgrohe), 6,5: Senza grandi proclami, senza farsi notare più di tanto, il corridore austriaco corre con attenzione, sfruttando poi la crono finale per migliorare il suo piazzamento finale. Classe 1991, è un corridore abbastanza completo, con discreti margini di progressione. Potrebbe regalare qualche soddisfazione importante alla squadra.

Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 6,5: L’italiano si difende bene, conquistando piazzamenti interessanti in salita come a cronometro. È mancato forse in aggressività, ma in prospettiva classiche ha mostrato segnali di un buono stato di forma.

Rigoberto Uran (Cannondale-Drapac), 6: In salita si fa trovare sempre presente, correndo con aggressività. Rovina le sue buone prestazioni con una sciagurata cronometro, ma la sua settimana nel complesso è stata buona. Una giornata no rovina tutto, ma lo stato di forma è comunque discreto.

Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), 6: La crono finale rendeva praticamente impossibile vederlo nelle prime posizioni nella classifica finale, ma il francese è stato comunque sempre davanti quando era il suo momento. Difficile chiedergli davvero di più in questo momento in una corsa come questa.

Simon Yates (Orica-Scott), 6: La sfortuna lo taglia completamente fuori dalla lotta per la classifica generale, costringendolo ad una corsa diversa da quella che aveva immaginato. Alla fine ne viene fuori soprattutto la sua generosità e aggressività, oltre ad un buon stato di forma che potrà provare a sfruttare nelle Ardenne.

Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), 6: Discreti piazzamenti nelle tappe mosse, quelle a lui più adatte. Malgrado il lavoro anche in favore della squadra, si fa vedere nelle posizioni alte al traguardo, segno che il siciliano sta bene. Ha cambiato squadra per poter avere più spazio e cerca di raccogliere i frutti di questa decisione.

Sergio Henao (Sky), 5,5: Il percorso complessivo non era ideale per lui, con la crono finale che ne impediva ambizioni di alta classifica, ma anche in salita gli è mancato qualcosa. Ha il merito di correre con aggressività e coraggio, come spesso gli accade, eppure qualcosa non è andato.

Simon Spilak (Katusha-Alpecin), 5,5: Le brevi corse a tappe dal percorso mosso sono la sua specialità, specialmente se c’è una breve crono, ma lo sloveno non convince. Sempre in sofferenza, non riesce mai a lasciare il segno, subendo sempre la corsa, senza poi farsi valere neanche nella crono.

Warren Barguil (Team Sunweb), 5,5: Non aveva molto spazio in un percorso come questo. In realtà in salita prova a farsi notare, correndo anche con generosità, ma quando poi arriva il momento di fare la differenza nella tappa regina si fa trovare impreparato, subendo la corsa.

Luis Leon Sanchez (Astana), 5: Il percorso era perfetto per lui, con tappe mosse e una crono conclusiva nella quale far esplodere tutta la sua potenza. Costantemente tra i più attesi di tappa, i giorni passano senza che riesca a lasciare il segno, finendo la corsa abbastanza in maniera anonima.

Jakob Fuglsang (Astana), 5: Ci mette grinta e impegno, correndo con aggressività, ma da lui ci si aspetta di più. Un corridore completo come lui, dovrebbe essere in grado, se non di giocarsi la vittoria finale, quantomeno impegnare gli avversari per la conquista di un bel piazzamento finale. Invece continua a correre soprattutto come una seconda linea.

Samuel Sanchez (BMC), sv: Ancora tanta sfortuna per l’asturiano che corre tutto sommato bene, ma complici cadute e forature nei momenti sbagliati è costretto a concedere tempo, fino al ritiro prima della crono. Poteva ottenere ancora una volta un bel piazzamento, che alla sua età non è certo scontato.

Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors), sv: Sin dal primo giorno prova a mettersi in evidenza e sin da subito la sfortuna lo colpisce. Una foratura quando è all’attacco da solo lo costringe a perdere terreno e rinunciare alla classifica. Nei giorni successivi si mette ancora in mostra, ma una caduta ne condiziona le prestazioni fino al ritiro. L’approccio alle Ardenne non è certo stato dei migliori.

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